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CONCORSO FLAMINIO

150219 base schema.aggiornato

Team

A livello mondiale Roma ha ricoperto e ricopre tutt’ora un ruolo centrale, con il suo patrimonio artistico e immenso valore storico è capace di attrarre visitatori da tutto il mondo.

L’area presenta diversi punti di interesse, architettura contemporanea firmata da i più importanti studi di architettura contemporanea e non; architetti con cui è obbligatorio confrontarsi.

Le due strade principali ci danno la possibilità di suddividere nuovamente l’area di progetto in tre grandi spazi, ad Est l’area occupata dalla città della Scienza ad ovest l’area residenziale, sociale, commerciale e ricettiva mentre al centro un’isola verde, totalmente pubblica con punti di interesse che potranno essere proposti in base alle esigenze del quartiere.

Seguendo le indicazioni di Jeremy Rifkin e il suo concetto di terza rivoluzione industriale abbiamo proposto un’area con una superficie maggiore di verde rispetto alle richieste del bando (circa 21’000 mq), cercando di ridurre al minimo il fenomeno delle isole di calore immaginando un utilizzato anche sociale del verde, con micro-giardini e micro-orti, immaginando un’integrazione dell’area compresa tra la città della scienza, il MAXXI e il comparto residenziale e commerciale.

La sostenibilità di un progetto di questa portata va ricercata non solo nelle tematiche energetiche come la classe energetica degli edifici ma anche, o forse a maggior ragione nella sostenibilità sociale. Il quartiere ha bisogno di spazi aperti pubblici privati e commerciali, la gerarchia sug­gerita in questo Master Plan sfrutta studi com­piuti da ricercatori e urbanisti in tutto il mondo che palesano la necessità di una diversificazione dell’ambiente urbano evitando spazi agorafobici con elementi architettonici e punti di interesse capaci di richiamare con la loro presenza un comportamento adeguato all’ambiente circostante.

 

PERCORSI

Uno degli obbiettivi del Maser Plan per la Ter­za Rivoluzione industriale è quello di scoraggiare l’uso dell’automobile, senza imporre un utopico az­zeramento del trasporto privato abbiamo immaginato una diversificazione dei percorsi in cui solo i pe­doni e ciclisti possono attraversare l’area, tutto il traffico veicolare costeggerà l’area rimanendone ai margini.

Un potenziale problema di gestione dell’area è rap­presentato dall’edificio che ospita la scuola , una barriera visiva che poteva diventare un fronte pro­blematico, barriera visiva spiacevole, abbiamo pen­sato perciò di proporre un anfiteatro all’aperto, capace di ospitare rappresentazioni, spettacoli, esposizioni oppure essere semplicemente uno spazio di gioco rialzato rispetto ai percorsi. Utilizzando il movimento verticale prodotto dalle gradinate ab­biamo immaginato uno spazio verde rialzato con una doppia valenza: la prima, come filtro verde, con degli alberi di medio alto fusto, che non procureranno una riduzio­ne del fattore di luce naturale al plesso scolasti­co in quanto l’intervento sarà a Nord; la seconda, potremo sfruttare l’innalzamento del terreno per il posizionamento di posi auto pubblici semi-coperti.

 

EDIFCI

Osservando e vivendo il quartiere è evidente che la tipologia madre di edificio che caratterizza il contesto circostante è l’edificio a corte con di­verse variazioni in base ai casi; la nostra propo­sta non snatura l’essenza della corte ma ne cerca un nuovo volto capace di rapportarsi con la esigen­ze del vivere contemporaneo.

E’ stato compiuto uno studio approfondito sulla tematica dello spazio verde pubblico/pertinenziale/ privato, nello schema seguente è possibile veder­ne una sintesi, è evidente come lo spazio interno delle corti di piccola/media dimensione renda dif­ficile immaginare un “rinverdimento” di Roma mentre l’edificio a torre pone il problema di delimitare lo spazio verde di pertinenza dell’edificio, che, anche se circoscritto con recinzioni viene diffi­cilmente percepito come proprio dagli abitanti, si porrebbero inoltre problemi di pertinenze delle manutenzione.

La nostra proposta immagina edifici ad alto ren­dimento energetico composti da appartamenti con doppio affaccio: un fronte aperto su uno spazio completamente privato composto da un’area verde su cui abbiamo immaginato dei micro giardini o meglio micro orti, e il percorso pedonale, ciclabile e carrabile di accesso alle residenze; l’altro fronte invece si apre su uno spazio teoricamente pubblico, di passaggio che però con la sua forma romboidale marca l’inizio e la fine quasi a voler suggerire al visitatore che arrivando dalla piazza è tenuto a rispettare il carattere residenziale di questo spa­zio.

 

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